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Vaccinarsi da adulti


Vivere a lungo e in salute è un traguardo che si conquista ogni giorno con scelte corrette e costanti. Da qui l’importanza della prevenzione per difendersi da alcune malattie infettive comuni che negli anziani possono avere gravi conseguenze Buona sorte e genetica fanno la loro parte ma si tratta, dati alla mano, di un 10%. Il restante 90% della nostra salute lo costruiamo noi, ogni giorno, con piccole scelte costanti capaci di fare la differenza sul lungo termine. Tra queste, una buona alimentazione, un regolare esercizio fisico e il giusto riposo. Anche la vaccinazione gioca un ruolo importante, come ci ricorda un Vademecum realizzato da Italia Longeva, la Rete del Ministero della Salute sull’invecchiamento e la longevità attiva, con l’Università di Genova.

Oltre alla vaccinazione antinfluenzale - le cui complicanze possono essere gravi: polmonite, encefalite, infarto miocardico e aumento dell’incidenza dell’ictus, riacutizzazione di cardiopatie, asma e BPCO - che si consiglia di norma da fine ottobre a dicembre, è importante quella per la polmonite pneumococcica, ancora oggi prima causa di morte per malattie infettive nell’Occidente. In Italia ogni anno sono oltre 200 mila i casi di polmonite, con 10.000 morti, nella maggior parte anziani. Causata da un batterio (streptococcus pneumoniae), spesso presente nelle prime vie respiratorie, oltre a causare polmoniti che nella metà dei casi portano in ospedale, è anche responsabile di otite media, sinusite acuta e congiuntivite, fino a sepsi e meningite. Sicuri e ben tollerati,i vaccini anti-pneumococcici sono somministrati intramuscolo nella spalla, in due dosi ad almeno due mesi di distanza. Il vaccino è offerto gratuitamente nell’anno del compimento dei 65 anni e ai soggetti a rischio di qualunque età affetti da diabete, BPCO, asma, asplenia, malattie cardiovascolari, epatiche o renali croniche ecc.

Un altro capitolo importante è quello del cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio, che colpisce con un dolore forte e la sensazione di bruciore vivo una persona su 4 nel corso della vita, nel 70% dei casi over 50. Le sue manifestazioni dermatologiche e neurologiche, oltre a essere dolorose, possono avere conseguenze gravi come la nevralgia posterpetica, le infezioni cutaneee fino alla perdita dell’udito. L’herpes zoster è causato dalla riattivazione del virus della varicella, che rimane latente nel sistema nervoso anche dopo la guarigione. La riattivazione è favorita dall’età e dall’abbassamento delle difese immunitarie: da qui l’importanza della vaccinazione - un’iniezione intramuscolo nella spalla - che offre una protezione duratura negli anni. Anche questa è offerta gratuitamente a chi compie 65 anni e ai soggetti a rischio in terapia immunosoppressiva o con diabete mellito, BPCO o malattie cardiovascolari. Non ultime le vaccinazioni per difterite, tetano e pertosse. I vaccini anti D-T-P garantiscono una protezione efficace ma è necessario effettuare i richiami a intervalli regolari, per mantenere le difese immunitarie pronte a reagire in ogni momento. Dopo i 50 anni, è raccomandato il vaccino di richiamo ogni 10 anni.

Foto © Depositphotos.com

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